Dal primo febbraio Artigianato e Palazzo, la manifestazione creata da Giorgiana Corsini scomparsa lo scorso agosto e dedicata al meglio del saper fare, ha aperto ufficialmente le iscrizioni che resteranno aperte fino al prossimo 7 maggio. Un’edizione, la ventisettesima, che OMA da sempre vicina alla kermesse consiglia anche perché si preannuncia ricca di novità. Tra tante c’è la possibilità data agli artigiani che parteciperanno di visionare e scegliere in anticipo i nuovi spazi espositivi in occasione dei due “Open Day”, programmati a metà marzo e a fine aprile. Le grandi sale affrescate ma anche i magazzini per le carrozze, l’androne e la “boschereccia” come le Scuderie, la legnaia e la stanza dei finimenti o la “manica lunga, saranno i nuovi spazi animati dal lavoro manuale e dall’esposizione dei pezzi più belli. Ancora i visitatori potranno visitare per la prima volta – oltre al rinascimentale Giardino Corsini – l’intero piano terra del Palazzo accessibile anche dal nuovo ingresso da via Il Prato che si aggiungerà a quello tradizionale da via della Scala. Anche per il 2021 è stato deciso di non aumentare la quota di iscrizione e dare la possibilità di risparmiare il 10% sull’affitto dello stand scelto per chi risiede fuori dalla Regione Toscana per aiutare così ad affrontare meglio le spese di viaggio. “Continueremo a portare avanti il nostro impegno perché l’artigianato rappresenta un valore che ci appartiene e come tanti altri settori ahimè soffre moltissimo di questo momento storico. Ci auguriamo che anche questa edizione possa rappresentare per tutte le maestranze artigiane una occasione per ripartire con fiducia e insieme”, affermano Sabina Corsini, Presidente dell’Associazione Corsini e Neri Torrigiani, ideatore ed organizzatore della Mostra. Ed è per questo che la mostra fiorentina non si limita ad essere esposizione, ma è da sempre una grande officina di mestieri eseguiti dal vivo dagli stessi espositori, integrata da un ricco programma di appuntamenti legati da un fil rouge: valorizzare e far conoscere le nostre radici per essere in grado di progettare il domani.
CONDIVIDI: