È stata ultimata la prima sezione (4 lati interni su 8) di restauro dei mosaici dell’inizio del Trecento del Battistero di Firenze, che raffigurano profeti, vescovi e cherubini. L’intervento, avviato nel 2017, è stato interamente finanziato dall’Opera di Santa Maria del Fiore. Oltre la messa in sicurezza e la ritrovata lucentezza di un così ampia opera musiva, nella fase di rilevamento diagnostico sono emersi importanti dati sulle tecniche impiegate. Nelle zone parietali, inizialmente non destinate alla decorazione, fu escogitata un’ingegnosa soluzione: per sovrapporre le tessere ai rivestimenti marmorei furono impiegate tavelle in terracotta, realizzate su misura, scalfite e fissate al marmo delle pareti con perni di ferro, ribattuti e saldati a piombo. Sulle tavelle è visibile una sinopia sulla quale è stato applicato il mosaico, non con la comune malta ma un mastice, responsabile di notevoli problematiche nell’intervento di restauro. Sono, inoltre, emerse tracce di foglia d’oro su un capitello che lasciano supporre che tutti i capitelli fossero dorati per accentuare l’effetto luminoso e i riflessi di luce.
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