“La Città Variabile” di Giovanni Michelucci, la prolusione del genio pistoiese pronunciata nel dicembre del 1953 in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 1953-54 dell’Università di Bologna, è presente dallo scorso 22 maggio e fino al 21 novembre 2021 alla 17esima Mostra Internazionale di Architettura di Venezia con un’installazione nel Padiglione Italia curato da Alessandro Melis, presso le Tese delle Vergini in Arsenale. Il Padiglione Italia “Comunità Resilienti”, sostenuto e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, affronta il cambiamento climatico e la sostenibilità del sistema urbano, produttivo e agricolo, riflettendo sui meccanismi di resilienza delle comunità. Lo stesso padiglione è ideato come una comunità resiliente costituita da 14 “sotto comunità”, intese come laboratori operativi, centri di ricerca o casi studio che testimoniano lo stato dell’arte in Italia e propongono approfondimenti sulle sperimentazioni interdisciplinari tra architettura, botanica, agronomia, biologia, arte e medicina.
Il pensiero michelucciano si inserisce dunque nella sezione DESIGN(ING): “Dal cucchiaio alla città”, di Paolo Di Nardo e Francesca Tosi, che affronta le tematiche di Media Cities, Design, Maestri di Resilienza e Rigenerazione. In questo contesto la città media italiana diviene modello di equilibrio e resilienza, attraverso un approccio olistico all’architettura, in una continua contrapposizione fra esistente e nuovo che culmina nella rigenerazione. La prospettiva storica viene qui interpretata attraverso la lezione dei grandi maestri dell’architettura organica, del radicalismo e della bioarchitettura come Giovanni Michelucci, Vittorio Giorgini, Gianni Pettena e Massimo Pica Ciamarra.
La presenza di Michelucci alla Mostra Internazionale di Architettura, a trent’anni dalla sua scomparsa, dimostra come le suggestioni espresse nel suo scritto “La Città Variabile risultano ancora attuali e necessarie per progettare il futuro. La selezione dei documenti in mostra, a cura di Andrea Aleardi, Alessandro Masetti e Nadia Musumeci, prevede non solo il testo de “La Città Variabile”, ma anche la potente immagine metaforica di approdo e rinascita de “L’Arca incagliata nella roccia” (1987) e un’animazione digitale creata a partire dagli schizzi per il visionario progetto per un Centro sportivo (1980-1985) che sarebbe dovuto sorgere a Prato, una delle città protagoniste del Padiglione.
L’appuntamento veneziano si inserisce tra gli eventi conclusivi del programma di iniziative culturali promosse in occasione del Trentennale della scomparsa dell’architetto Giovanni Michelucci (1990-2020) che ha visto la Fondazione Michelucci impegnata a partire da settembre 2020 in una serie di manifestazioni in collaborazione con la Regione Toscana, il Comune di Fiesole, il Comune di Firenze, il Comune di Pistoia e altri enti, istituzioni e soggetti per celebrare questo importante anniversario.
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