Le opere di Gambone, quelle ceramiche, ma anche i dipinti e le sculture trasmettono la sensazione di armonia che unisce la vivace creatività, sempre al passo con i tempi, con guizzi e di intuizioni che hanno anticipato tendenze e mutazioni di gusto, con la profonda conoscenza della materia. Il risultato è la capacità di far “vibrare” corposi volumi e gli intagli, talvolta solchi profondi sulle superfici, sostituiscono il disegno a pennello e creano un reticolo tridimensionale. Le modulazioni di colore sono affidate a lustri metallici in una variabilità cromatica, decisa, irruente, dotata, come Bruno, di una forte personalità, talvolta ruvida, ma anche distinta da una personale poetica e da un’ironica leggerezza, propria della sua origine partenopea. Le forme geometriche, imprevedibili, capaci di sorprendere uniscono, infatti, ricordi e suggestioni mediterranee, ma sono anche memori della dissacrante modernità acquisita con l’esperienza americana negli anni ’60 e prima ancora con le avanguardie che gravitavano intorno alla Galleria La Strozzina, a Firenze. Gambone ci ha lasciato, ma restano le sue opere, icone della fusione tra arte e manualità artigianale.
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