Lo scorso 15 Giugno è scomparso il Maestro Franco Zeffirelli. Aveva 96 anni. Era nato a Firenze il 12 febbraio 1923 e da tempo era malato.
Studente all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura della sua città, nel 1946 si trasferì a Roma dove esordì come attore di cinema e di teatro, e dove ebbe l’incontro che li cambiò la vita: quello con Luchino Visconti.
Iniziò così una carriera artistica andata avanti per 60 anni circa, che lo ha eletto uno degli uomini di spettacolo più noti al mondo, capace di passare con grande facilità dal cinema al teatro, alla TV, e che nel tempo gli ha valso innumerevoli riconoscimenti e premi, tra cui ben cinque David di Donatello, due Nastri d’argento e ben 14 candidature dei suoi film agli Oscar, tra cui due personali (per “Romeo e Giulietta” nel 1968 quale miglior regista e per “La Traviata” nel 1982 quale migliore scenografia).
Nel 2008 Franco Zeffirelli aveva manifestato la volontà di lasciare alla città di Firenze l’intero suo archivio “raccolto per i miei spettacoli di lirica, di teatro e di cinema nell’arco di sessant’anni”. A distanza di quasi dieci anni da quella dichiarazione, il 1° ottobre 2017 ha aperto a Firenze il Centro per arti dello spettacolo – Fondazione Franco Zeffirelli onlus, ospitato nel complesso monumentale di San Firenze, già sede del Tribunale.
Nel 2014 (dal 28 marzo al 16 aprile 2014 al Teatro della Pergola e fino al 18 maggio 2014 allo Spazio Mostre dell’allora Ente Cassa di Risparmio di Firenze) OmA aveva organizzato la mostra Zeffirelli Filistrucchi Memorie di un sodalizio artistico, la mostra che attraverso inedite testimonianze documentarie e archivistiche racconta il dietro le quinte di una collaborazione artistica unica quella tra il Maestro e la bottega storica dei Filistrucchi. Promossa e organizzata da Associazione Osservatorio dei Mestieri d’Arte con la collaborazione della Fondazione Teatro della Pergola, il patrocinio di Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Firenze e Toscana verso Expo, la mostra ha portato alla luce oltre 100 reperti tratti dall’archivio Filistrucchi ordinato e inventariato da Monica Gallai anche curatrice della rassegna.
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