ARTINCENTRO promosso da Fondazione CR Firenze e avviato da OMA presenta lo stato dell’artigianato artistico nell’area metropolitana fiorentina e intende proporre insieme ai principali stakeholder cittadini, alcune possibili linee di intervento sui bisogni del comparto. Lo studio, affidato all’impresa sociale LAMA a partire dal settembre del 2021 si è avviato mediante interviste dirette a oltre ottanta imprese dell’artigianato artistico e tradizionale fiorentino del network OMA e stakeholder istituzionali confermando un forte interesse per nuovi interventi di reinsediamento artigianale nel centro storico dove il costo degli immobili e delle locazioni è ancora molto alto e l’opportunità di sensibilizzare i proprietari dei fondi sfitti si fa sempre più urgente.
Alcuni dati emersi dallo studio: Le imprese artigiane attive nel comparto artistico nel 2021 nella Città Metropolitana compresa la città di Firenze sono 5383, mentre nel solo Comune di Firenze si rilevano 1692 unità. In provincia è forte la concentrazione delle imprese legate soprattutto ai comparti pelle, metalli, minerali non metalliferi, ceramica e terracotta. A Firenze restano preponderanti la pelletteria, i gioiellieri, gli artigiani riparatori, la sartoria, l’abbigliamento e il restauro.
Il 76% delle aziende della città metropolitana è ditta individuale di dimensioni molto contenute per addetti e fatturato. A livello regionale più di un terzo delle imprese artigiane ha soltanto un addetto e il fatturato medio è stimato intorno ai 46mila euro. Le imprese appena più grandi con 2-3 addetti hanno un fatturato medio intorno alle 110mila euro. Anche prima della pandemia i dati riferiti alle imprese dell’artistico mostravano una flessione intorno al 30%, ad esclusione del solo comparto del restauro che ha dimostrato una tendenza crescente negli ultimi due anni. Prima della Pandemia, la bottega del centro storico contava sul turismo di scarsa qualità e sul vantaggio competitivo generato dalla posizione centrale; durante la Pandemia e il conseguente svuotamento delle città si è verificata una rapida transizione verso le tecnologie digitali per promuovere e vendere artigianato, un’attenzione maggiore verso la diversificazione del business attraverso l’offerta di esperienze a bottega personalizzate (experiences o percorsi in bottega con le guide turistiche), e una maggior attenzione all’aggiornamento professionale per formare nuovi addetti e competenze, offrire formazione a bottega e creare un network di relazioni che favoriscano anche il ritorno ad una clientela di prossimità.
In occasione del primo incontro sul Progetto ARTINCENTRO con gli stakeolder sono stati delineati alcuni modelli di aggregazione e condivisione degli spazi che risultano alternativi all’insediamento delle singole botteghe nel centro storico. Il primo modello è riferito all’individuazione di uno spazio per l’esposizione e la vendita di prodotti delle botteghe artistiche che consenta un turn-over di aziende. Un esempio che gli artigiani hanno molto apprezzato è risultato “La Casa delle Eccellenze”, realizzata in occasione di EXPO 2015, nell’allora ex Tribunale di Piazza San Firenze. Il secondo modello è rappresentato da una struttura/spazio che accolga le botteghe con i laboratori e la vendita commerciale e il terzo si assimila ad un percorso strategico di sperimentazione di insediamento del punto vendita in un particolare borgo, rione o strada in cui si attivino incentivi sui canoni di locazione grazie ad uno speciale accordo con i proprietari e le organizzazioni di categoria e le istituzioni locali.
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