Nell’aula Magliabechiana degli Uffizi, sino al 1 marzo 2020, oltre cento opere di pittura, scultura e arti decorative restituiscono una nuova immagine di Pietro Aretino, raffinato letterato ma anche colto conoscitore delle arti, in quella totalità figurativa che distingue il Cinquecento. Tra i numerosi dipinti, alcuni raramente osservati da vicino, emerge il ritratto dell’Aretino, conservato alla Galleria Palatina, dipinto da Tiziano e inviato in dono a Cosimo I de’Medici. Sono inoltre presenti bronzi, medaglie, una vetrata, un arazzo su disegno e cartone di Raffaello, tessuto nella bottega di Pieter van Aelst, che fa parte delle collezioni vaticane Tutte le opere, nell’insieme e nella loro singolarità, approfondiscono i rapporti tra letteratura e arte mettendo in evidenza il raffinato gusto dell’Aretino, precursore di tempi e di tendenze, proprie di quella “Maniera Moderna”, avviata a Roma all’inizio del Cinquecento e proseguita a Venezia, in un nuovo linguaggio figurativo che univa il passato alla modernità.
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